Il Patriziato
Ha avuto origine dalle Vicinie, la prima forma di organizzazione delle comunità rurali, nate nel Medioevo e rimaste intatte fino alla nascita del Cantone Ticino (1803).
Vennero così istituiti i Comuni, ai quali furono affidati essenzialmente compiti di natura amministrativa. Dagli antichi organismi per la gestione delle proprietà comunitarie (boschi, alpi, cave...) derivarono invece i Patriziati.
La principale differenza rispetto al Comune è nella composizione della "cittadinanza"; mentre nel Comune hanno diritto di voto e di eleggibilità tutti cittadini svizzeri domiciliati nel suo comprensorio, nel Patriziato tali diritti appartengono, di regola, solo ai discendenti delle famiglie patrizie, anche se domiciliati altrove.
Alcuni dati
Composizione della popolazione patrizia di Losone (stato: 2022)
Totale dei cittadini patrizi: | 1022 | ||
Patrizi aventi diritto di voto: | 906 | nel Comune: | 369 |
fuori Comune:
|
537 | ||
Fuochi: | 649 | nel Comune: | 257 |
fuori Comune: | 392 |
Nomi delle famiglie patrizie
Famiglie patrizie da prima del 1995 con i relativi soprannomi
Albertini | Bertòcc, Cànua, Patipp, Schizz |
Ambrosini | Bésénta, Consigliéér, Fiaschitt, Foitt, Mèra, Pizzurà, Tona o Tuna, Tonascitt, Sctopa, Za |
Angeloni | Batacc, Fèèr, Pedoi, Pólta |
Baldassari | |
Bertini | Zucch |
Bianda | Bacch, Bagèla, Bajetô, Burghisa o Pedoi, Ciribucol, Jacomoj, Mazza o Mazzitt, Melchise, Mèu, Padèll, Picch, Ranzéta, Scarpéta, Vairora |
Braguglia | Térésina, Za |
Broggini | Böscer, Canzéléé, Ghighi, Lissandritt, Pedrói, Péntol, Carestia |
Brogini | Scigala |
Camani | Camanitt, Scpufer |
Capra | |
Conti | Falda |
Cortella | Scé |
Daghini | |
Fornera | Frutili, Gioachitt, Linôsa, Marlè, Rètt o Ratitt, Saéta, Scénvèi, Ucenói, Vérdèès, Zépa |
Giroldi | Dova, Rara, Verdachia, Paol |
Grassi | |
Jelmolini | |
Lorenzetti | Budéé, Longh o Lunghitt, Marègna, Michelitt, Sciabéchi, Sctiven, Trè-Trè |
Modini | Moditt |
Oroni | |
Pinoja | |
Tonaccia | Scquéll, Massimilièn |
Nuove famiglie entrate con la nuova LOP dal 01.01.1995:
Basso, Bellini, Bernasconi, Citterio, Daghini, Decarli, Delbue, Delea, Filippi, Follini, Franzosi, Ghirardelli, Janetto, Jardini, Invernizzi, Lupatini, Lurati, Maggi, Meoli, Pawlowski, Pigazzini, Pisoni, Salvan, Sasselli, Trapletti, Servalli, Spadetti, Spigaglia, Tiraboschi, Turuani, Zenoni.
Famiglia estinte:
Ambrosetti, Baldassari, Baldossi, Martinoli, Masera, Massera, Mattea, Petrolli, Rantoni, Rigalli, Rossi, Spigaglia, Zanoni.
Elenco del Presidenti e dei Segretari del Patriziato dal 1872 ad oggi
Presidenti |
Segretari |
||
1872 | Carl’Antonio Camani | 1872 | Geremia Angeloni |
1875 | Mateo Marco Fornera | ||
1875 | Alessandro Broggini | ||
1878 | Isaia Camani | 1878 | Alessandro Broggini |
1892 | Giuseppe Angeloni | ||
1893 | Alessandro Broggini | 1893 | Massimiliano Tonaccia |
1901 | Giacomo Fornera | 1901 | Francesco Broggini fu Pietro |
1901 | Dionigi Broggini | 1903 | Argento Bertini |
1925 | Francesco Ambrosini | 1925 | Argento Bianda |
1926 | Batista Angeloni | 1927 | Filippo Fornera |
1929 | Pietro E. Ambrosini | ||
1929 | Salvatore Pinoja | ||
1937 | Aurelio Camani | 1939 | Pio Bianda |
1941 | Eugenio Bianda | ||
1950 | Pietro Ambrosini | ||
1973 | Elvezio Lorenzetti | 1973 | Virgilio Bianda |
1988 | Virgilio Conti | ||
2009 | Carlo Ambrosini | 2011 | Piero Salvan |
I rapporti con il Comune
Alcune opere sono state realizzate con la collaborazione del Comune a testimonianza di come l’accordo tra i due enti sia sempre stato eccellente, almeno a livello di Municipio e Ufficio patriziale. È tradizione che ogni anno gli esecutivi di Parrocchia, Municipio e Patriziato si trovino per una cena in comune per lo scambio degli auguri di Natale durante la quale, non di rado, nascono i primi abbozzi di idee per opere a favore del paese, che vengono poi concretizzate in altri incontri.
Il Patriziato essendo proprietario di gran parte delle aree comunali si è sempre premurato di mettere a disposizione delle necessità dell’Ente pubblico le superfici necessarie per scuole, campi sportivi, allargamenti stradali e si è pure adoperato per portare nel Comune istituzioni, per esempio la Scuola media Losone 1, che altrimenti sarebbero emigrate verso altre località.
Gli amministratori che sin qui si sono alternati alla conduzione del Patriziato lo hanno fatto animati unicamente da genuino spirito di servizio.
È stato ideato nell’anno 1995 dall'allora presidente Virgilio Conti perché sul vecchio timbro era raffigurata unicamente la bandiera svizzera senza particolari riferimenti al nostro ente.
Il nuovo si riferisce al paese di Losone che è composto da quattro frazioni, tre delle quali sono situate al piano - San Lorenzo, San Rocco, San Giorgio - mentre la frazione di Arcegno è situata in collina.
Nell’iconografia sacra san Lorenzo è raffigurato con la grata sulla quale venne bruciato; San Rocco viene indicato con il bastone del pellegrino e il cane con la pagnotta in bocca; San Giorgio viene dipinto come un cavaliere romano a cavallo che con la lancia sconfigge il drago e Sant’Antonio Abate porta il pastorale a chiocciola.
Per esigenze grafiche i quattro simboli sono stati stilizzati e della lancia di San Giorgio viene indicata soltanto la punta.
Per quanto concerne il colore delle campiture abbiamo:
il rosso |
simbolo dell’amore per San Lorenzo; |
il giallo oro |
simbolo della carità per San Rocco; |
il blu |
simbolo della fede per San Giorgio; |
il verde |
simbolo della speranza per Sant’Antonio. |
Il fondo è di colore giallo scuro pallido e le campiture sono separate da cordoni colore argento vecchio.
La realizzazione finale è opera del grafico Lorenzo Conti, figlio di Pier-Giorgio Conti fratello del già presidente Virgilio.
La Bandiera è stata tessuta dalle Suore benedettine di Orselina.
(…)
«Amplissimo è il territorio losonese. A mattina e mezzodì confina con Ascona, a sera col territorio di Golino, Intragna e Verscio, a nessun’ora col Comune maggiore di Pedemonte, con quello di Tegna e con Solduno», così don Siro Borrani nella parte introduttiva dei suoi Appunti di storia losonese descriveva nel 1912 il territorio del Comune.
L’intero territorio losonese può essere dapprima diviso in due parti: la prima, più popolata, è costituita dal Basso Losone sviluppatasi partendo dai tre nuclei (con le rispettive chiese) di San Lorenzo, San Rocco o Montericco e San Giorgio, l’altra è costituita dalla frazione montana di Arcegno e dalla montagna che la sovrasta. Non è un caso che le tre frazioni del Basso Losone si trovino in posizione sopraelevata (a ridosso della collina su cui poggia Arcegno) rispetto ai fiumi, i quali nel passato causarono infatti numerose inondazioni della parte inferiore del territorio.
Losone si trova appunto sulla sponda destra della Maggia e della Melezza (sul suo territorio vi è la confluenza fra i due corsi d’acqua) e dispone quindi di due zone pianeggianti relativamente vaste ai margini di questi fiumi: si tratta, rispettivamente, dei Saleggi e delle Gerre. Al margine orientale di queste ultime, al confine con Golino, si trova poi la zona dello Zandone. In prossimità, ma in posizione sopraelevata rispetto alle Gerre ed allo Zandone, vi è il Piano d’Arbigo che si protende dal margine settentrionale della frazione di San Giorgio fino, appunto, allo Zandone.
Arcegno è separato da Losone da una collina boschiva e si trova adagiato su di una conca della stessa. Sopra ad Arcegno vi è poi ancora una vasta estensione di boschi castanili e di latifoglie e diversi monti, mentre non esistono in territorio losonese veri e propri alpi.
Anticamente Losone possedeva diritti di pascolo a Bosco Gurin (XIII secolo), mentre incerta è la presenza sotto la giurisdizione della Vicinanza losonese della località di Biegno (XVI secolo), in Valle Veddasca (oggi territorio italiano): don Borrani scrive a tal proposito che «(…) pare appartenesse in qualche modo a Losone anche la terra di Biegno in Valle Veddasca»; lo storico losonese Romano Broggini, per contro, è molto più scettico a tal riguardo ed oltre a segnalare l’incerta attribuzione del toponimo («v’è anche un Bieno sopra Trobaso (Intra) e talvolta è scritto
Bregno (Blenio) anche nei nostri documenti») ipotizza «che la “libera circolazione” nella pieve sia confermata e che si trasformi in “vicinatico” con la prolungata permanenza ed il possesso fondiario in un determinato “luogo” (a Losone gli Orelli insegnano»). In altre parole, il fatto che persone originarie di Biegno fossero vicine della Comunità di Losone, non significa automaticamente che tale località fosse sotto giurisdizione losonese.
Diverso è il discorso per Vosa, o probabilmente meglio «delle Vose», piccola enclave sui monti sopra Intragna. Questa porzione di territorio era parte integrante della Vicinia losonese già nel Cinquecento e lo fu ufficialmente fino al 1807, anno in cui si staccò definitivamente da Losone.